di Chiara Perrone
(english below the cut)
Essere una donna cisgender Bi in una relazione stabile hetero-presenting è a volte il motivo stesso per cui metto in discussione il mio essere Bisessuale. Se una persona sia Bi+ o meno, infatti, non è deducibile al primo incontro con una coppia, che sia essa hetero- o lesbian/gay-presenting. È demoralizzante essere considerat* lesbiche o etero a seconda della persona o delle persone che si frequentano, perchè in realtà essere Bi+ non ha niente a che vedere con le interazioni sociali e relazionali che intratteniamo, quanto invece con la consapevolezza del proprio orientamento. Nella nostra società largamente etero-normativa, la presupposizione che una persona sia etero se rientra in alcuni canoni comportamentali ed estetici, viene attribuita di default. Ad esempio, nonostante io mi presenti in diversi contesti sociali senza il mio ragazzo, non credo di essere mai percepita come Bi+, o lesbica. Anche crescendo, questa etichetta etero affibbiatami dalla società ha rinforzato il mio sviluppo comportamentale e romantico nella sfera dell’attrazione etero, offuscando nella mia mente la possibilità di essere Bi+. In retrospezione, so di poter identificare specifici momenti della mia vita in cui ho provato attrazione per altri generi, ma senza soffermarmi sul significato di questo interesse.
Dichiararmi Bi+ non è stato molto lineare, specialmente per il mio trascorso relazionale etero. Crescendo ed evolvendo come persona, anche grazie alla relazione amorevole che vivo, sono arrivata a realizzare (molto lentamente) di provare attrazione verso più generi. Non è stato un processo che mi ha destabilizzata all’improvviso, ma più che altro una presa di coscienza che, dall’essere latente, è diventata più esplicita; essa è andata di pari passo con una decostruzione personale dei pregiudizi e delle paure che provavo ad essere parte della comunità LGBTQIAPK+. Questo processo di scoperta della mia bisessualità è stato lento e disinvolto, fatto di brevi momenti di consapevolezza e di ricerca. Le mie domande sulla bisessualità e la mia curiosità verso l’argomento mi hanno aiutata a realizzare che la mia attrazione sporadica verso altri generi rientrava nella sfera della bisessualità. Definirmi Bi+, infatti, è stato un processo legato principalmente alla definizione del termine, vista la mia prevalente attrazione verso il genere maschile.
La definizione che più ha legittimato la mia appartenenza alla comunità LGBTQIAPK+ è quella di Human Rights Campaign:
“Una persona bisessuale è (una persona che è) emotivamente, romanticamente o sessualmente attratta da più di un sesso, genere o identità di genere, anche se non necessariamente contemporaneamente, allo stesso modo o allo stesso livello.”
– HRC’s Brief Guide to Getting Bisexual Coverage Right (qui)
Nella sua chiarezza e immediatezza, questa definizione rappresenta su tre livelli la varietà delle esperienze che rientrano sotto il termine collettivo “Bi+”. Il primo livello conferma che, così come riportano molti studi, esistono molteplici tipi di attrazione che definiscono le relazioni interpersonali. Allo stesso modo, anche l’attrazione che una persona bisessuale prova verso più generi, non deve essere necessariamente di tipo sessuale per essere valida, ma può essere multiforme a seconda del genere, e anche del soggetto di interesse nella sua interezza.
Nonostante la parola bisessuale possa fare intendere che una persona sia attratta dal proprio genere e da quello opposto, essere Bi+ include la possibilità di essere attratt* da più di un genere rendendo disponibili sotto il suo ombrello molteplici etichette (bisessuale, pansessuale, omnisessuale, polisessuale, e altri identificatori liberi).
In terzo luogo, la definizione già cerca di scardinare dei pregiudizi di cui la comunità Bi+ è ingiustamente oggetto: alcuni di questi includono l’essere più propens* alla promiscuità e/o al tradimento, non essere capaci di “scegliere fra essere etero o gay/lesbica” e non essere pienamente Bi+ se non si è ugualmente attratt* da tutti i generi.
La bisessualità nella sua varietà, infatti, non è sempre accettata nelle cerchie della comunità LGBTQIAPK+ (HRC – Coming Out: Living Authentically as Bisexual+) nonostante ne costituisca la porzione maggiore! Gli stereotipi e pregiudizi che circolano sulla comunità Bi+ spesso incidono negativamente sulla sua visibilità. Infatti, uno studio del Paw Research Centre (2019), riporta che solo il 19% dell* adult* Bi+ si dichiara alle persone importanti nella loro vita rispetto al 75% dell* adult* gay o lesbiche. Questi stessi pregiudizi, sfortunatamente presenti sia all’interno e al di fuori della stessa comunità LGBTQIAPK+ e, in generale la poca conoscenza dell’ampiezza della definizione, incidono anche sull’auto identificazione delle persone Bi+ come tali, impedendo loro di vivere la il loro orientamento sessuale/romantico con serenità e accettazione.
La nostra cultura, e spesso le nostre famiglie, ci insegnano che “dovremmo” essere attratti da certe persone e avere un aspetto e un comportamento specifici. […]
– HRC – Coming Out: Living Authentically as Bisexual+
Ho realizzato ed accettato di essere Bi+ nel 2021. Sono convinta, però, che se avessi avuto meno aspettative dettate dalla eteronormatività sociale, sarei arrivata a questa conclusione ben prima. È anche vero che gli spettri dell’orientamento sessuale/romantico/relazionale e dell’identità di genere sono basati sul concetto di fluidità. Da ciò deriva che, nel mio caso, in assenza di tale eteronormatività standardizzata, non necessariamente mi sarei identificata Bi+ al primo interesse verso un altro genere, ma che sicuramente avrei potuto esplorare la sfera attrattiva con meno preconcetti.
In particolare, realizzare di essere Bi+ in una relazione stabile iniziata come formata da due persone etero, aggiunge un ulteriore aspetto alla questione: sono state molte le domande che mi sono posta prima di accettare e dichiararmi Bi+, fra cui cosa ciò volesse dire per la mia relazione. Tutto ciò è stato accompagnato da mixed feelings come eccitazione e liberazione per aver accettato una parte di me, e tristezza ed indecisione per non sentirmi “pienamente Bi+” non avendo avuto relazioni romantiche o sessuali con altri generi. A questo è venuta nuovamente in aiuto la definizione di bisessualità che ha legittimato la mia esperienza.
Le persone bisessuali possono provare diversi tipi di attrazione per diversi generi e le loro attrazioni possono cambiare nel tempo.
– Bisexual Resource Centre (qui)
Dopo aver acquisito più consapevolezza delle diversità che esistono nello spettro dell’attrazione Bi+, mi sono riconosciuta in quella percentuale di persone che è principalmente attratta dal “genere opposto al proprio” e che in frequenza minore prova attrazione anche verso altri generi. Questo primo passo verso la realizzazione della mia bisessualità, all’inizio così poco presente dal farmi disputare se dichiararmi o meno Bi+, ha privatamente legittimato il mio orientamento sessuale. Ciò mi ha portato a vivere più liberamente quelle emozioni legate alla sfera dell’attrazione Bi+, e mi sono ritrovata a provare più frequentemente interesse verso più generi.
Vivere tutto questo in una relazione stabile con un uomo cisgender, non ha portato con sè particolari dubbi e non ha incrinato il nostro rapporto di amore e rispetto reciproco. Questo deriva anche dal fatto che, in quanto persona monogama in una relazione monogama, non ho sentito il dovere di esplorare relazioni con altri generi per considerarmi Bi+, né il bisogno di farlo durante la nostra relazione. È normale che i rapporti evolvano o si dissolvano in base alle necessità degli individui; nel mio caso, tutto ha funzionato verso il mantenimento della coppia. Se però la realizzazione di essere Bi+ arriva di pari passo ad una voglia di agire sull’attrazione verso gli altri generi, ciò non toglie che ci siano modi per poterlo fare in modo consensuale ed etico.
“La rivelazione della propria identità Bi+ agli altri può essere sia fondamentale che stressante. Alcune persone Bi+ possono non sentire il bisogno di dichiararsi, mentre altre sentono il desiderio di dirlo agli altri non appena se ne rendono conto. Entrambe le tempistiche, e tutte quelle intermedie, sono valide.”
– HRC – Coming Out: Living Authentically as Bisexual+ (qui)
Quando ho deciso di fare coming out come persona Bi+ alle persone più importanti nella mia vita ho temuto di avere riscontri negativi.
Personalmente, ho deciso di fare coming out a condizione che la conversazione affronti il tema in maniera naturale e non forzata. Non ho il desiderio di annunciare a bruciapelo la mia bisessualità per iniziare un dialogo fatto spesso di stereotipi e silenzi imbarazzanti. Questo approccio deriva purtroppo dal primo commento bifobico e discriminatorio ricevuto durante il mio primo coming out: “Ma sei bi per finta, perché non sei mai stata con ragazze”. Scelgo, quindi, accuratamente le persone con cui mi sento a mio agio e che penso siano capaci di affrontare rispettosamente l’argomento.
Per quanto complessivamente abbia avuto esperienze positive, essere Bi+ è spesso ignorato e frainteso: commenti bifobici, come quello sopracitato, derivano da un’ignoranza generalizzata sull’argomento e, anche se dati con leggerezza, invalidano le esperienze delle persone Bi+. Consiglio vivamente di tenere in considerazione che anche le persone che ci accettano senza condizioni o compromessi possano avere una reazione ambivalente, che al contempo ci rassicuri del loro amore e presenza, e che ci ferisca poiché espressa con parole sbagliate.
A discapito degli standard che si crede debbano essere soddisfatti per poter essere accettat* come persone bisessuali/biromantiche+, solo l’individuo ha il completo dominio sull’identificarsi o meno Bi+. Difatti, nonostante ci siano vari modi e studi che possano aiutare a capire il proprio orientamento (La Klein Sexual Orientation Grid, ad esempio), la veridicità dell’autodeterminazione di sé è indiscussa. Questionare l’eteronormatività che abbiamo ereditato dalla società è già di per sè ammirevole, anche quando il soggetto conferma il proprio orientamento sessuale come quello considerato di default. Eppure, il percorso di scoperta di se stess* e del proprio orientamento sessuale/romantico/relazionale può essere l’inizio di numerose altre realizzazioni. In particolare, educarsi sulla vastità dello spettro dell’orientamento sessuale solitamente implica anche un’informazione su altre tematiche, fra cui l’espressione di genere, le relazioni sentimentali, etc…, che possono rivelarsi una naturale continuazione di questo percorso. Mettere in discussione, quindi, quelle peculiarità che ci categorizzano come parte della maggioranza significa scegliere coscientemente di ascoltarsi, affrontare i propri pregiudizi, e vivere pienamente ed orgogliosamente come ci sentiamo più a nostro agio. Come noi stess*.
To be Bi+ in an hetero-presenting relationship
Written by Chiara Perrone
Translated by Veronica
Being a cisgender bisexual woman in a stable, hetero-presenting relationship is sometimes the very reason I question my bisexuality. Whether a person is Bi+ or not isn’t deducible at the first encounter with a couple, whether it’s hetero- or lesbian/gay-presenting. It is demoralizing to be considered lesbian or heterosexual depending on the person or people one is dating, because being Bi+ has nothing to do with the social and relational interactions we engage in, but rather with the self-awareness of one’s orientation. In our largely heteronormative society, the assumption that a person is heterosexual if they fit certain behavioural and aesthetic standards is attributed by default. For example, despite presenting myself in various social contexts without my boyfriend, I don’t think I am ever perceived as Bi+ or lesbian. Even as I grew up, this heterosexual label imposed by society reinforced my behavioural and romantic development in the realm of heterosexual attraction, obscuring in my mind the possibility of being Bi+. In retrospect, I know I can pinpoint specific moments in my life when I felt attracted to other genders, but without dwelling on the meaning of this interest.
Declaring myself Bi+ wasn’t a very linear process, especially considering the heterosexual history of my relationships. Growing and evolving as a person, and also thanks to the loving relationship I am living, I came to realize (very slowly) that I felt attraction towards multiple genders. It wasn’t a process that suddenly destabilized me, but rather a gradual awareness that, from being latent, became more explicit. It went hand in hand with a personal deconstruction of the prejudices and fears I had about being part of the LGBTQIAPK+ community. This process of discovering my bisexuality was slow and spontaneous, made up of brief moments of realization and exploration. My questions about bisexuality and my curiosity about the subject helped me realize that my sporadic attraction to other genders fell within the realm of bisexuality. Defining myself as Bi+ has been a process primarily tied to the definition of the term, given my predominant attraction to the male gender.
The definition that most legitimized my belonging to the LGBTQIAPK+ community is that of the Human Rights Campaign:
“ A bisexual person is someone who is emotionally, romantically or sexually attracted to more than one sex, gender or gender identity, though not necessarily simultaneously, in the same way or to the same degree.”
– HRC’s Brief Guide to Getting Bisexual Coverage Right
In its clarity and immediacy, this definition represents on three levels the spectrum of experiences that fall under the collective term “Bi+.” The first level confirms that, as many studies report, multiple types of attraction can define interpersonal relationships. Similarly, the attraction that a bisexual person feels toward multiple genders doesn’t necessarily have to be sexual to be valid; it can be multifaceted depending on the gender and the subject of interest as a whole.
Despite the word “bisexual” possibly implying that a person is attracted to their own gender and the opposite gender, being Bi+ includes the possibility of being attracted to more than one gender, allowing for multiple labels to be available under its umbrella (bisexual, pansexual, omnisexual, polysexual, and other free identifiers).
Thirdly, the definition already seeks to dismantle prejudices to which the Bi+ community is already unfairly subjected. Some of these include being more prone to promiscuity and/or cheating, not being able to “choose between being heterosexual or gay/lesbian,” and not being fully Bi+ unless equally attracted to all genders.
Bisexuality, in its variety, isn’t even always accepted within the circles of the LGBTQIAPK+ community (HRC – Coming Out: Living Authentically as Bisexual+), despite constituting its majority! Stereotypes and prejudices circulating about the Bi+ community often negatively impact its visibility. In fact, a study by the Pew Research Center (2019) reports that only 19% of adult Bi+ individuals come out to important people in their lives, compared to 75% of adult gay or lesbian individuals. These same prejudices, sadly present both within and outside the LGBTQIAPK+ community, and the general lack of knowledge about the breadth of the definition, also affect the self-identification of Bi+ individuals, preventing them from living their sexual/romantic orientation with alignment and acceptance.
“Our culture, and often our families, teach us that we are “supposed to” be attracted to certain people and look, act and carry ourselves in specific ways.”
– HRC – Coming Out: Living Authentically as Bisexual+
I realized and accepted I was Bi+ in 2021. However, I’m sure that if I had perceived fewer presumptions dictated by social heteronormativity, I would have come to this conclusion much earlier. It’s also true that the spectrums of sexual/romantic/relational orientation and gender identity are based on the concept of fluidity. It follows that, in my case, in the absence of such standardized heteronormativity, I might not necessarily have identified as Bi+ at the first attraction to another gender, but I could have certainly explored the realm of attraction with fewer preconceptions.
Realizing being Bi+ in a stable relationship initially heterosexual-presenting adds an additional layer to the issue. Many questions arose before accepting and declaring myself Bi+, including what this meant for my relationship. It all came alongside mixed feelings such as excitement and liberation for accepting this part of myself, and sadness and indecision for not feeling “fully Bi+” since I hadn’t had romantic or sexual relationships with other genders. Again, the definition of bisexuality came to my aid, legitimizing my experience.
“Bisexual people may experience different kinds of attraction to different genders, and their attractions may change over time.”
– Bisexual Resource Centre
After gaining more awareness of the nuances within the Bi+ attraction spectrum, I recognized myself as part of the percentage of people primarily attracted to the “opposite gender” and, to a lesser extent, occasionally attracted to other genders. This initial step towards the realization of my bisexuality, initially so inconspicuous that it made me question whether or not to come out as Bi+ altogether, privately legitimized my sexual orientation. It led me to experience emotions related to the Bi+ attraction more freely, finding myself more frequently interested in multiple genders.
Living through all this in a stable relationship with a cisgender man didn’t invalidate the relationship itself and didn’t strain our bond of love and mutual respect. This is also because, as a monogamous person in a monogamous relationship, I didn’t feel the need to explore relationships with other genders to consider myself Bi+, nor did I feel the need to do so during our relationship. It is normal for relationships to evolve or dissolve based on individuals’ needs; in my case, everything worked towards maintaining the couple. However, if the realization of being Bi+ comes with the desire to act on the attraction to other genders, there are consensual and ethical ways to do so.
“Disclosure of your bi+ identity to others can be both critical and stressful. Some bi+ people may feel little need to disclose themselves, while others feel the desire to tell people as soon as they realize it themselves. Both of these timelines, and everything in between, are valid”
– HRC – Coming Out: Living Authentically as Bisexual+
When I decided to come out as a Bi+ person to the most important people in my life, I feared for their negative reactions.
Personally, I chose to come out under the condition that the conversation addresses the topic naturally and not forcibly. I have no desire to blurt out my bisexuality to initiate a dialogue often filled with stereotypes and awkward silences. Unfortunately, this approach stems from the first biphobic and discriminatory comment received during my initial coming out: “But you’re not really bi, because you’ve never been with girls.” I hence carefully started to choose people with whom I feel comfortable and believe are capable of respectfully addressing the topic.
While I can overall recount positive experiences, being Bi+ is often ignored and misunderstood. Biphobic comments, like the one mentioned above, stem from a widespread ignorance of the subject, and even if made absentmindedly, they invalidate the experiences of Bi+ individuals. I strongly advise considering that even people who accept us unconditionally may have an ambivalent reaction that simultaneously reassures us of their love and presence but hurts us because it is expressed with the wrong words.
Regardless of the standards believed to be necessarily met to be accepted as bisexual/biromantic individuals+, only the individual has complete control over their identification as Bi+ or not. In fact, despite various methods and studies that can help understand one’s orientation (such as the Klein Sexual Orientation Grid), the deep truth of self-determination is undisputed. Questioning the heteronormativity inherited from society is admirable in itself, even when the individual confirms their sexual orientation as the one considered default. However, the journey of self-discovery and understanding one’s sexual/romantic/relational orientation can be the beginning of numerous other realizations.
In particular, learning about the vastness of the spectrum of sexual orientation usually implies gaining information on other adjacent topics, including gender expression, romantic relationships, etc., which can become a natural continuation of this journey. Therefore, challenging those peculiarities that categorize us as part of the majority means consciously choosing to listen to ourselves, confront our prejudices, and live fully and proudly as we feel most comfortable. Like ourselves.
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