Disclaimer: I termini “colorato” e “colour*d”sono stati utilizzati nei confronti di chi ha creato la rubrica, Italiana nera di origine Afro-statunitense e Afro-Latina Peruviana che ha deciso di riappropriarsi dei termini citati, la cui violenza non è da meno rispetto agli slurs più comunemente diffusi. Il desiderio di riappropriarsi di questi termini non vuole tuttavia in nessun modo triggerare le persone che leggono, motivo per cui teniamo a motivare la scelta dell’uso delle parole che troverete scritte. 

Disclaimer: The terms “colorato” in Italian and “color*d” in English are both terms that were used against the person who created this column for the website, a Black Italian woman of African-American and Afro-Latina Peruvian descent, who decided to reappropriate them. The violence of these terms is no less than that of other slurs. However, the desire to reappropriate those terms is in no way meant to trigger the readers, which is why we are keen to specify why these words were chosen.

Alleat* dei miei stivali.

“Ti capiamo, lo sappiamo, eh sì ma guarda io”.

 NO NO NO NO NO NO NO NO E ANCORA NO!

FOCUS!!!

Hello, flash news: oggi non si parla di TE.

O almeno, non del tuo punto di vista.

Oggi, si parla di me… e di “quell3 come me”.

Una delle situazioni più sfidanti e complicate da gestire all’interno degli ambienti antirazzisti da parte di una persona razzializzata e decostruita è quella di dover riconoscere

 quanta white fragility ci sia ancora in giro, in particolare da chi si definisce alleat*. Non sei un alleat*, performi alleanza nei confronti di una, o più, comunità.

A volte realizzo quanto queste persone siano più tossiche con le quali una persona BIPOC debba combattere.

Molte persone non BIPOC soffrono di “White Exceptionalism”, si considerano “l* buon*”, che non sono razzist* come altre persone appartenenti alla loro etnia, anzi loro difendono quell3 come me, eleggendosi automaticamente tra la schiera delle  brave persone.

Ed è un discorso totalmente idiota, poichè io posso essere una persona non omofoba ma ciò non fa di me automaticamente una sostenitrice per i diritti della comunità LGBTQIAPK+, solo perchè non sono “omofoba come altr* ”.

Purtroppo queste persone convinte di praticare allyship non pensano di dover fare del lavoro di decostruzione, sono convinte di averlo già fatto.

“No ma io ho seguito quest* attivist*”.

“No ma io conosco questa persona che-”

“No ma io so-”

IO IO IO IO IO IO IO.

Avete notato? Ma a loro va la medaglia di bronzo.

La medaglia d’argento va alle persone che pensano di praticare allyship e fanno parte di minoranze.

Il motivo per cui molti movimenti rimangono bianchi è perché sono creati da persone bianche che non pensano, o a cui non importa, che le minoranze facciano veramente parte di questi movimenti: manca l’intersezionalità ma loro pensano di poter capire.

Esempio? Quando una persona BIPOC eterosessuale parla di razzismo e una persona bianca non eterosessuale afferma di comprendere la discriminazione in quanto queer. A questo punto una persona BIPOC queer potrebbe chiedere alla persona bianca di fare marcia indietro, perché non può capire.

Quest3 soggett3 che pensano di praticare allyship sono molto pericolos3.

Queste persone pensano di poter capire cosa proviamo, e pensano pure di poter parlare per noi, ai loro occhi il minimo comune denominatore è la discriminazione, ma i loro occhi non vedono, e forse mai vorranno vedere, che non è la stessa cosa.

La medaglia d’oro invece va a chi, se è arrivato sino a qui con la lettura , si è sentit* attaccat*

Potete far parte di una comunità ma al contempo non capire le difficoltà di un’altra persona, lo potete ammettere evitando di sostenere il contrario, cosa alquanto triggerante per chi sa che l’altra persona non sta capendo.

Quando sento dire: “Ah sì lo capisco il razzismo, l’ho subito anche io quando vivevo nel “Paese X”.

NO NO NO NO NO E NO!

Prima di tutto: FOCUS, sto parlando di me.

Seconda cosa: la xenofobia è diversa dal razzismo ed è diversa dal colorismo.

Non sempre, nonostante la volontà, si può comprendere tutto.

Sono una persona neurodivergente, BIPOC e grassa.

Non usate la discriminazione religiosa che subite per capire.

Non usate la discriminazione economica e sociale che subite per capire.

Non usate la discriminazione di stampo abilista che subite per capire.

Non usate la discriminazione geografica e/o culturale che subite per capire.

A volte non si può capire e farvelo notare non è un attacco, è una presa di consapevolezza sulla realtà.

Avete disimparato tante cose, imparate a disimparare anche cose che sono difficili da decostruire, non solo quello che vi fa passare “per quell* buon*”.

La medaglia d’oro, comunque, va a loro perché, oltre al White Exceptionalism e mancanza di allyship, hanno una fragility triggerante.

Non chiedeteci come mai  molte comunità BIPOC preferiscono rimanere nei loro spazi e non abbiano piacere ad intersecare il loro lavoro con chi non li può capire.

La nostra vita è dura già com’è,

e paradossalmente potrebbe essere meno dura se vi lasciassimo andare.

+++

Allies, my foot.

“We understand you; we know, oh yes, but look at me.”
NO, NO, NO, NO, NO, NO, AND AGAIN NO!

FOCUS!!!

Hello, news flash: today is not about YOU.

Or at least, not about your point of view.

Today, we’re talking about me… and those like me.

One of the most challenging situations for a racialized and deconstructed person within anti-racist circles is recognizing the role white fragility still plays, especially in the circles of those who call themselves allies. You are not an ally; you perform allyship towards one or more communities.

Sometimes, I realize how much more toxic these individuals can be for a BIPOC person to contend with.

Many non-BIPOC people suffer from ‘White Exceptionalism’; they see themselves as ‘the good ones’ who are not racist like others of their ethnicity. In fact, they defend those like me, automatically placing themselves among the ranks of the good ones.

And this is a completely idiotic argument because I may be non-homophobic, but that doesn’t automatically make me an advocate for the rights of the LGBTQIAPK+ community just because I’m not ‘as homophobic as others’.

Unfortunately, these individuals who believe they are practicing allyship don’t think they need to do any deconstruction work; they’re convinced they’ve already done it.

“No, but I followed this activist.”
“No, but I know this person who—”
“No, but I know—”

ME, ME, ME, ME, ME.

Have you noticed? The bronze medal goes to them.

The silver medal goes to those who think are minorities themselves and think they are practicing allyship.

The reason why many movements remain white is because they are created by white people who don’t think, or who don’t care, about whether minorities are genuinely part of these movements. They lack intersectionality but they believe they understand.

Example? When a heterosexual BIPOC person talks about racism, and a non-heterosexual white person says they understand discrimination as a queer person. At that point, a queer BIPOC person might ask the white person to back off because they cannot truly understand.

These individuals who think they’re practicing allyship are very dangerous. They believe they can understand how we feel, and they even think they can speak for us. In their eyes, the lowest common denominator is discrimination, but they fail to see, and may never want to see, that it is not the same thing.

Finally, the gold medal goes to those who, having made it this far in reading, felt attacked.

You can be part of a community and still not understand another person’s difficulties. You can acknowledge this without claiming the opposite, which can be triggering for someone who knows others don’t truly understand.

When I hear people say, “Ah yes, I understand racism; I suffered it too when I lived in ‘Country X’.”
NO, NO, NO, AND NO!

First of all: FOCUS, I’m talking about me.
Second: xenophobia is different from racism and different from colorism.

One cannot always, despite their best intentions, understand everything.

I am a neurodivergent, BIPOC, and fat person.

Don’t use the religious discrimination you experience to claim you understand.
Don’t use the economic and social discrimination you face to claim you understand.
Don’t use the ableist discrimination you endure to claim you understand.
Don’t use the geographical and/or cultural discrimination you suffer to claim you understand.

Sometimes you cannot understand, and pointing this out is not an attack; it’s an awareness call.

You have unlearned many things, learn to unlearn also things that are difficult to deconstruct, not only what makes you look like one of “the good ones”.

Exceptionalism and lack of allyship are a triggering example of fragility.

Don’t ask why many BIPOC communities prefer to stay in their own spaces and take no pleasure in intersecting with those who cannot understand them.

Our lives are hard enough as it is, and paradoxically, they could be less hard if we just let you go.


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